La frana di Blatten
- caterinazei
- 30 mag
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Quello che è accaduto a Blatten, il piccolo paese svizzero sommerso da una frana imponente, non è stato un evento improvviso. Al contrario, è il risultato di un lungo processo evolutivo che ha interessato il fianco della montagna nelle settimane precedenti al crollo.

Il villaggio si trova proprio alla base di un ampio canalone, dove si è formato un conoide: una caratteristica struttura a ventaglio costituita da sedimenti e materiale sciolto, trasportati a valle nel corso del tempo. Questo tipo di conformazione geomorfologica è spesso il segnale di una lunga storia di instabilità e fenomeni gravitativi — e Blatten non fa eccezione.
Il primo campanello d’allarme è suonato il 19 maggio, quando un segmento della montagna ha cominciato a muoversi rapidamente. I sensori GPS installati in zona hanno rilevato spostamenti superiori ai 15 metri in poche ore. Subito dopo, centinaia di migliaia di metri cubi di roccia si sono staccati, precipitando sul ghiacciaio sottostante.
Quel ghiacciaio, già fragile, si è ritrovato improvvisamente sovraccarico. Si stima che siano stati depositati circa 3,5 milioni di metri cubi di detriti, equivalenti a 9 milioni di tonnellate di materiale, con un fronte spesso fino a 81 metri. Questa enorme massa ha innescato un'accelerazione del movimento glaciale verso valle, con velocità superiori ai 4 metri al giorno.
Nei giorni successivi, la montagna ha continuato a cedere: piccoli ma continui crolli di roccia e ghiaccio hanno alimentato un lento ma inesorabile processo, culminato nel pomeriggio del 28 maggio con il crollo di una vasta porzione di ghiaccio misto a detriti. L’evento è stato talmente violento da generare una scossa sismica di magnitudo 3.1.
Il cono detritico che si è formato è impressionante: 2 chilometri di lunghezza, con uno spessore che varia tra i 50 e i 200 metri. Oltre al pericolo di ulteriori frane, ora il rischio maggiore riguarda la gestione delle acque. I detriti hanno infatti ostruito il torrente della valle, che sta iniziando a formare un lago. Un bacino instabile che potrebbe trasformarsi in un nuovo pericolo per l’abitato.

Quanto ha influito il cambiamento climatico in tutto questo? Difficile dirlo con precisione. Certamente, ci troviamo di fronte a un fenomeno naturale complesso, innescato da una catena di eventi che si ripetono da millenni. Tuttavia, è innegabile che le dimensioni del disastro siano eccezionali — e che episodi simili, anche a causa del riscaldamento globale e dello scioglimento dei ghiacciai, diventeranno sempre più frequenti.

Credits immagini: Pomona.ch







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